HUMUS 2023 | Il progetto

HUMUS 2023 | Artisti nei territori è un progetto triennale di residenze artistiche proposto da IAC.
HUMUS nasce con una precisa vocazione: sostenere artisti e compagnie che promuovono temi e visioni politiche a sostegno e sviluppo delle nuove generazioni.
Siamo convinti che la pratica artistica sia fonte di grande nutrimento per la società tutta e che opportunità di scambio e crescita, come le residenze, possano incidere profondamente sulla qualità della vita.
Ospitare residenze artistiche significa sì portare il teatro in città, ma anche e soprattutto, portare la città nel teatro, mettendo in connessione arte e cultura con le comunità ospitanti. La relazione con il contesto territoriale e culturale consente di amplificare il valore progettuale delle residenze, ponendolo in stretta connessione con il valore sociale e comunitario (dunque politico) di tali esperienze.
A seguito di un’assemblea pubblica con cittadini e cittadine di Matera, sono state delineate tre tematiche attorno alle quali sono stati scelti i progetti di residenza:
- adolescenti e terreno generativo
- ambiente e terreno fertile
- politica e terreno comune
HUMUS 2023 | I progetti in residenza
Piano B - La rivoluzione della grande draga
di Mon Coeur De Bois | Sophie Hames, Arianna Lenzi e Simone Moretti
Piano b – La rivoluzione della grande draga è una narrazione mitica del presente che desidera affrontare le urgenze portate avanti dalle nuove generazioni. Il progetto indaga le dinamiche di potere del mondo contemporaneo, mosse soprattutto da volontà economiche. Si cerca inoltre di comprendere cosa sia la maschilità oggi e le fragilità a essa connesse. Le vicende dei personaggi fanno emergere la ricerca intima e personale, il senso di inadeguatezza e il ritrovarsi attraverso la cura, le scelte, le relazioni, i princìpi del femminismo e il rapporto con la natura.
Un ulteriore tema centrale del lavoro è l’aspirazione verso un nuovo sguardo sull’amore, sul domandarsi quali siano le forme d’amore possibili, sull’esplorazione delle relazioni fuori dalla logica di una violenza sistemica verso un’ottica di cura e consenso consapevole. Il progetto parte dal presupposto di considerare l’arte e il teatro come strumenti di coinvolgimento attivo, di stimolo vivace e di impatto sociale soprattutto con le nuove generazioni.
Il progetto intende generare scambi e attivazioni tra giovani attraverso linguaggi altri, come per esempio il teatro di figura e la costruzione di una narrazione sui temi del contemporaneo.
Lavorare a stretto contatto con giovani in diversi contesti, scolastici e non, ha permesso alla compagnia di approfondire la propria sensibilità considerando l’arte come mezzo di riabilitazione di spazi di parole, di immagini e di pensiero, per decostruire i meccanismi di sofferenza ordinaria.
Lo spettacolo desidera infatti avere come obiettivo quello di portare le persone adolescenti nell’immediatezza, nel qui e ora, in uno scambio diretto di energia tra il pubblico e gli esseri che agiscono in scena grazie alla costruzione di uno spazio intimo e sospeso che consente di esperire da vicino il mondo creato nella rappresentazione.












Donne con la mannaia
di Palinodie Compagnia Teatrale | Stefania Tagliaferri e Verdiana Vono
Donne con la mannaia nasce per evidenziare e rinsaldare il legame tra arte e rivoluzione, intesa come quel cambiamento sociale che le giovani artiste avvertono come necessario.
Il lavoro proposto da Palinodie si muove tra i confini del teatro e della performance d’arte contemporanea: l’intento è quello di mostrare il percorso travagliato di manifestanti e artisti che si fanno portatori di un messaggio di cambiamento possibile, forse necessario. Un’indagine su ciò che fa scandalo: il corpo delle donne, le proteste, l’arte.
La ricerca artistica per la produzione di Donne con la mannaia si avvale di strumenti e metodologie transdisciplinari rispetto ai linguaggi espressivi contemporanei, nel tentativo di superare i confini della performance e di rendere processo culturale aperto al pubblico anche tutto il processo creativo. Tra cui residenze di studio e di sperimentazione, visite a gallerie e musei d’arte contemporanea, ricerca su archivi digitali delle collezioni di arte contemporanea disponibili in rete, workshop, restituzioni e prove aperte.
Donne con la mannaia è una call to action, un manifesto, un cantiere per costruire comunità. Le tradizionali appartenenze non sono più sufficienti.










UNDERNEATH
di Fossick Project | Marta Del Grandi e Cecilia Valagussa
Fossick Project è il duo formato dall’illustratrice Cecilia Valagussa e la musicista Marta Dal Grandi, selezionato con il progetto Underneath per la tematica ambiente e terreno fertile.
In un viaggio musicale e portando in scena una forma contemporanea di teatro delle ombre, Fossick Project racconta storie ispirate ai paesaggi del mondo, alle specie animali in pericolo di estinzione, evocando le loro fragilità e invitando il pubblico a riflettere sul rapporto dell’uomo con la madre terra.
Gli spettacoli dal vivo consistono nell’animazione analogica di Cecilia sulla lavagna luminosa, sulla quale sposta i personaggi disegnati su ritagli di pellicola colorata e altri materiali come sabbia, acqua e piccoli oggetti. Marta scrive canzoni e brani strumentali in cui la voce si combina a synth, chitarre, beats e field recordings dei luoghi in cui vengono prodotti gli spettacoli.


















Cade la neve figurati io
di Rebecca Rigetti
In “Cade la neve figurati io” Rebecca Righetti racconta la storia di una 25enne che non ce l’ha fatta: non ha la patente, non ha la laurea, vive ancora a casa con i suoi genitori. Sta malissimo ma ci scherza sopra, racconta il peggio ridendo, ma è un meccanismo fragile che è destinato a crollare.
Parte della mia ricerca si è concentrata in particolare sull’aspetto meme: mi ha affascinato in particolare che fossero proprio i meme a tema depressione, traumi infantili e disturbi d’ansia ad essere fra i più condivisi sui social network. Se dico ai miei amici che sono depressa ho paura di risultare pesante, se glielo dico con un meme ci ridiamo su e possiamo dircelo che stiamo tutti un po’ così, tanto è uno scherzo.
Abbiamo creato uno schermo comico che ci permette di parlare delle cose per cui soffriamo, ed è bello sapere che siamo tutti insieme su questa barca che affonda. Il meme non più solo immagine comica fine a se stessa, è linguaggio iconografico che ci permette di raccontarci.