Mediterraneum proximum
Il Mediterraneo è da sempre crocevia di esperienze e veicolo di una certa “conducibilità culturale” sia per trasmissione di conoscenze che di culture, pensieri, pratiche e beni. In particolare, le scoperte ed i saperi del Mediterraneo hanno costituito, ad oggi, il patrimonio più condiviso e scambiato in assoluto, agevolato dal particolare collocamento geografico di mare “in mezzo alle terre”.
Tale sistema di scambio si articola attraverso meccanismi di reciprocità, in base alla quale ci si apre per donare agli altri ciò che essi non hanno, ricevendo in cambio quello che gli altri hanno e che a noi invece manca.
Con questa intenzione, Centro Arti Integrate ha inteso abbracciare la possibilità di rinsaldare e rielaborare le relazioni con altri artisti e artiste sulle sponde del nostro mare, attraverso i linguaggi della pratica artistica.
La prima residenza Mediterraneum Proximum, realizzata con il sostegno della Fondazione Matera-Basilicata 2019, è stato l’inizio di un percorso che come IAC abbiamo deciso di intraprendere per rinforzare e rinsaldare i legami con le altre sponde del nostro mare.
Questa prima fase del percorso ha visto la consulenza di SMartSe AB, nella persona di Chris Torch, con l’obiettivo di sviluppare ed implementare il progetto attraverso l’individuazione di canali di finanziamento internazionali, attraverso incontri on line e in
presenza.
È stato invitato un curatore in residenza, Francesco Caldarola, che si è occupato di lavorare insieme ad alcuni artisti provenienti da diverse zone del Mediterraneo ed intercettati da Centro Arti Integrati e attraverso la mediazione di Chris Torch e la
compagnia Exodus di Lubijana.
Il lavoro, della durata di due settimane di residenza, realizzato con la supervisione artistica di Andrea Santantonio e l’assistenza artistica di Barbara Scarciolla, è stato orientato ad indagare, attraverso la storia del Mediterraneo e del sincretismo espresso in diversi momenti della storia dalle civiltà che lo hanno abitato, come un certo modo magico di guardare alla realtà apra ampi spazi all’esercizio dell’immaginazione, come strumento politico e culturale di trasformazione della realtà stessa.
Ispirato dal pensiero del filosofo Federico Campagna, e dalla storia del Mediterraneo da lui ricostruita, abbiamo immaginato la figura dell’artista che, in quanto produttore culturale, si mette di fatto una posizione di “traduttore” di una certa capacità tutta mediterranea di “migrare dal mondo”.
Durante la prima settimana di residenza, abbiamo dunque elaborato uno speciale invito, che abbiamo rivolto a 6 artisti : Marta Del Grandi, Giuseppe Innocente , Olga Dimitrijevic, Ixone Ormaetxe, Inti Sraj, Savio Debernardis, consegnando loro una storia ed una domanda. Sulla base di questo input è stato chiesto loro di rispondere praticando un esercizio di bibliomanzia, aprendo quindi in modo casuale un libro da loro scelto ed interpretando attraverso la propria espressione artistica il primo capoverso che gli fosse
capitato sott’occhio, registrandosi in video.
La seconda settimana della residenza è stata dedicata a raccogliere i contenuti ed organizzarli per la restituzione aperta al pubblico.
La prima restituzione della residenza è stata un esercizio di bibliomanzia collettiva, nel quale in una “cerimonia” condotta da Francesco Caldarola, alla presenza persone invitate a partecipare in presenza all’esercizio, abbiamo ripercorso la storia di Ermete Trismegisto (padre dell’alchimia e personaggio leggendario) guidando l’esplorazione del Mediterraneo in forma sincretica ed immaginifica, con il supporto del live drawing dell’artista Vincenzo Suscetta (qui accanto), alternando letture bibliomantiche in presenza e rappresentazioni video registrate ed inviateci dagli artisti.
Attraverso questo primo lavoro abbiamo provato ad immaginare quale forma di cultura sia in grado di superare le barriere fra linguaggi, mondi e realtà diverse, come avviene ed è avvenuto per millennni nel bacino del Mediterraneo.