La direttissima Napoli Milano
Azione rapido comica in tre atti, otto quadri ed un’apoteosi
ispirato all’opera di Eduardo Scarpetta e Edoardo Ferravilla
drammaturgia e regia G. Coccia e D. Ferrari
con Gaetano Coccia e Davide Ferrari
musiche eseguite dal vivo da D. Ferrari
foto promozionali Alessandro Tosatto
produzione Teatri35
Eduardo Scarpetta ed Edoardo Ferravilla nascono a metà ’800 ad 800 km di distanza. Milano e Napoli, Napoli e Milano: due città, due grandi tradizioni teatrali, due palcoscenici ed un pubblico diventato esigente che «con un occhio commosso alle lacrime e l’altro ansioso di brillare nuovamente per le risate, non voleva più ascoltare le vecchie farse e chiedeva qualcosa di diverso, qualcosa che meglio rispondesse ai tempi nuovi».
A Napoli e a Milano, Scarpetta e Ferravilla soffiano «un fiato di vita nuova sugli avanzi polverosi del passato, sulle vecchie tradizioni, i vecchi metodi di recitazione, le vecchie usanze del palcoscenico» nell’unico modo che conoscono: basandosi sulla situazione scenica, sulla ricerca della comicità anche «tra le lacrime ed il dolore» della vita reale e soprattutto sulla costruzione del personaggio. Il loro lavoro sulla caratterizzazione li porterà a liberarsi delle maschere della commedia dell’arte – Pulcinella da una parte, Meneghino dall’altra – per inventarne di nuove rimaste nella memoria: Scarpetta darà vita a Felice Sciosciammocca, Ferravilla, grazie anche alle sue doti di musicista, ad un universo di tipi comici – dal Maester Pastizza a Pànera, dal cantante Gigione a Massinelli – che convivono in quello di Tecoppa, la super-caricatura di «un tipo di teppista indurito dal vizio e dall’infingardaggine».
Lo spettacolo è la storia di un’amicizia, delle corrispondenze artistiche ed umane che prendono vita da ricordi biografici e si intrecciano al racconto di un’epoca. I due protagonisti vivono «in un sogno dentro un sogno», agiscono in uno spazio scenico sospeso tra la realtà di un camerino e la dimensione onirica di loro bambini che giocano con i pupi, ricordando il tempo in cui erano assieme capocomici ed impresari, attori ed autori, scenografi e spettatori.